Cosa è il MUBA
Il MUBA è un’istituzione culturale polivalente, promanante dall’Assessorato alla pubblica istruzione e cultura del Comune di Arborea.
Un Museo per la comunità
La Giunta comunale ha individuato, con propria delibera, la sede centrale del Museo e gli altri eventuali immobili che andranno a costituire un network rete museale che valorizzi le peculiarità storiche, architettoniche e socioculturali riguardanti la civiltà rurale, la modernizzazione e l’elettrificazione della Sardegna contemporanea, la storia urbana e le risorse ambientali, in particolare quelle che ricadono nel Comune di Arborea.
La Mission del MUBA
Il MUBA ha la finalità di valorizzare, raccogliere, esporre materiali e documenti riguardanti la storia della bonifica del territorio di Arborea. Fra i suoi scopi figura quello di promuovere la conoscenza e lo studio della storia della bonifica nelle sue molteplici espressioni e connessioni (locali ed internazionali).
Per consentire una razionale e corretta fruizione dell’attività museale, l’accesso al Museo è disciplinato dal Regolamento approvato nell’aprile del 2007. Il Museo ha la propria sede in Arborea, in viale Italia, ang. Via Guglielmo Marconi, presso il sito storico ed archeologico industriale del mulino. Il MUBA aderisce a sistemi museali che valorizzano la specificità storico contemporanea che lo contraddistingue e potrà articolarsi in sezioni e servizi diversi.
Oltre a raccogliere, tutelare e conservare la Sede, le testimonianze, i documenti, le opere e gli oggetti che contribuiscono al suo allestimento, il MUBA vuole costituire il principale polo di salvaguardia e di documentazione storica municipale.
Linee guida e standard
Il MUBA realizza attività dirette alla promozione culturale, alla ricerca e alla divulgazione, nell’ottica di una qualificata, diffusa e durevole valorizzazione turistica ed economica del territorio; organizza mostre, attività didattiche, visite guidate, manifestazioni, conferenze ed ogni altra iniziativa atta ad individuare il Museo come servizio culturale pubblico e polifunzionale, senza scopo di lucro, secondo gli standard vigenti, nel rispetto delle leggi dello Stato, in sinergia con i programmi e gli obiettivi del Comune di Arborea, della Provincia di Oristano, della Regione Autonoma della Sardegna.
Il MUBA ha scelto di adottare una politica di marketing compatibile con la natura dell’Istituzione: si propone quale punto di riferimento per l’attività di ricerca, anche d’eccellenza, nel settore della storia della bonifica in età contemporanea e rispetto ai temi connessi con la vicenda rurale, sociale, urbanistica, economica ed artistica del territorio.
Il MUBA custodirà l’Archivio civico storico. Oltre a costituire una fonte di documentazione e di conservazione, può farsi promotore d’iniziative tendenti all’arricchimento e all’approfondimento della documentazione stessa, volendo essere attore e destinatario dei risultati delle ricerche eventualmente svolte, in collaborazione con enti e soggetti pubblici e privati.
Il Marchio del MUBA
La scelta cromatica simboleggia metaforicamente la vocazione agricola della pianura bonificata: il blu e il giallo sono i colori di Arborea, e mentre il blu ricorda il mare e le lagune che lambiscono la città, il giallo rievoca il granturco maturo ed il grano. Ecco poi il verde, della campagna coltivata e delle pinete litoranee. Quindi il rosso: rossi sono, infatti, i frutti della campagna, come le fragole e le angurie. Lo stesso colore può senza dubbio alludere alle fatiche del lavoro di tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la bonifica. Da ultimo, lo sfondo bianco: il colore del latte, prodotto cardine dell’economia locale, sul quale galleggia allegoricamente il brand del MUBA.
La Collezione Civica e Archeologica del MUBA
La sala archeologica del MUBA ospita i reperti emersi dagli scavi che misero in luce la necropoli di S’Ungroni. Questo sito fu scoperto casualmente nel 1868 da pastori della Barbagia (probabilmente di Tonara) che avendo osservato dei ruderi sopra terra si diedero a praticare scavi (illeciti) con la speranza di trovare beni preziosi.
Ad emergere furono piuttosto alcuni sotterranei che appartenevano a sepolture di famiglia (dei Gordiani e dei Filippi) e che custodivano monete e stoviglie di vario formato. Sessantaquattro anni dopo la necropoli di S’Ungroni fu nuovamente interessata da scoperte archeologiche.
La Società Bonifiche Sarde, assegnataria degli enormi lavori di bonifica ed appoderamento, curò l’allestimento museale dei corredi funerari di S’Ungroni. Così il neonato Comune di Mussolinia di Sardegna ebbe una piccola raccolta, successivamente trasferita al MUB.
La sala archeologica del MUB è allestita con la consulenza storica e scientifica di Donatella Salvi, Emina Usai e Raimondo Zucca.
Il Comune potenzierà la dotazione della collezione che ha mantenuto la disposizione originale, stile primo Novecento, per non disperdere l’autentica vocazione data dall’illustre archeologo e Sovrintendente Antonio Taramelli (Udine, 1868 – Roma, 1939).
«Questo materiale archeologico – scrisse nel 1932 – è la prova evidente di una fase di vita in quella regione, poi abbandonata per lungo corso dei secoli, fino alla ripresa di fervido lavoro dovuto a codesta benemerita Società, ed è bene che rimanga e sia raccolto e degnamente custodito nel centro del nuovo Comune. Si potrebbe formare così, non dico un Museo, ma una raccoltina nella quale si disponessero i materiali delle tombe, vasi in vetro ed in terracotta, i pochi monili, le monete, le lampade e quei pochi indizi che restano sull’età e sul carattere del deposito; in questo modo sarebbe posto in luce che l’opera odierna della Società delle bonifiche procede arditamente sulle tracce di Roma».